Analisi Asfalto: Sachsenring

16.06.2020

Foto di Pinterest e Alamy Stock Photo 

Signori e Signore benvenuti in Germania, al Sachsenring!

La pista tedesca è un tracciato corto, tortuoso, uno dei cinque nel Mondiale che si percorre in senso anti-orario oltre ad Austin, Aragon, Phillip Island e Valencia, con dieci curve a sinistra e solo tre a destra. Decisive sono la tenuta delle gomme e il bilanciamento all'anteriore. Per ovviare a questo problema, Michelin porta mescole asimmetriche con spalla destra più morbida sia davanti sia dietro.

La tortuosità della pista, l'unica che non raggiunga i 4 chilometri nel Mondiale, prevede sette frenate secondo i dati Brembo, ma tre di queste durano meno di due secondi. Per questo, in una scala da 1 a 5, è considerato di difficoltà 3, il secondo valore più basso di tutta l'estate dopo Assen.

La curva Coca-Cola, la prima staccata, è il "collo di bottiglia" del Sachsenring. È una curva stretta, dove si entra in salita e si esce in discesa e si può tentare il sorpasso nonostante la bassa velocità di percorrenza. La frenata alla prima curva comporta il maggior sforzo per i piloti e gli impianti frenanti. I piloti arrivano a 291 km/h ed entrano in curva a 74 km/h dopo 244 metri di frenata, in 5,2 secondi.

La due è una curva a sinistra, unita alla successiva da un lento appoggio, quasi un tornante in piega a destra. Da qui in poi le curve sono tutte a sinistra, partendo dalla 4: quattro curve tutte da fare alla Marquez, col posteriore di traverso, spazzolando la pista. Tra la 6 e la 7 c'è un brevissimo tratto dritto, che permette alle classi più leggere di sfruttare un minimo di scia ed inserirsi nella curva successiva col gas spalancato. Si arriva quindi alla curva 8, che richiede una frenata da 2,2 secondi: in 115 metri, i piloti della classe regina scendono da 231 a 149 km/h. Il successivo breve tratto in accelerazione conduce alla curva 10, una frenata leggera. Si arriva così alla parte più affascinante del circuito. Qui, in moto si vive l'ebbrezza di poter viaggiare alla massima velocità, con pendenze in discesa anche del 13%.

A questo punto i piloti si preparano al Waterfall. Questa curva iconica è una delle più mozzafiato della MotoGP, come il cacciavite a Laguna Seca. Velocissima, è la prima curva a destra dopo sei a sinistra, e più volte i piloti hanno richiesto modifiche: ci si arriva con la spalla destra della gomma fredda, e questo spesso comporta dei problemi nel corso dei 30 giri del circuito, come successe a Stoner nel 2012, che si ritrovò a perdere l'anteriore nel punto di ingresso cieco. Una volta ripreso il controllo della moto, ci si immette nel ripidissimo rettilineo in discesa che porta alla Sachsenkurve, la 12, una curva a sinistra che porta ad un altro tratto dritto.

Per l'ultima curva si guarda in alto, una preghiera a san Brembo per far si che la spalla dello pneumatico regga lo stress e si piega, per l'ultima volta, sempre a sinistra. Finalmente il traguardo è in vista, con la testa che gira (sempre a sinistra), ma almeno per qualche secondo si può riprendere il fiato, prima di ricominciare con la staccata della prima curva a destra...

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-Lemmy

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