EndoTech Moto #3 - Desmosedici Gp

05.08.2020

Nel maggio 2001 la Ducati annunciò pubblicamente l'intenzione di entrare in MotoGP e a febbraio 2002 presentò il primo progetto del motore.
La moto fu mostrata al pubblico in occasione del Gran Premio al Mugello del 2002, partecipando poi ai test dopo l'ultima gara dell'anno nelle mani di Troy Bayliss e del collaudatore Vito Guareschi. Nel corso degli anni la moto ha subito svariate modifiche per adattarsi ai vari stili di guida dei piloti.

Ricordiamo la Desmosedici GP9 bruta e violenta di Casey Stoner, con il telaio ultraleggero monoscocca in composito di fibra di carbonio, poi completamente rivoluzionata dall'arrivo di Rossi nel 2011.

Nel 2002, alla presentazione del primo motore, la Ducati dichiarava una potenza massima di oltre 220 cavalli a 16.000 rpm, con una coppia massima pari a 100 Nm a 14.000 rpm, con questi dati che continuarono ad essere dichiarati tali dalla Ducati fino al 2006.
Le Ducati Desmosedici GP7 e GP8 da 799 cm³ di cilindrata erogavano una potenza superiore ai 200 CV e con il debutto del motore da 1000 cm³ sulla GP12 viene dichiarata una potenza superiore ai 230 CV, valore ritoccato verso l'alto con i modelli successivi: sulla GP13 la potenza sale a oltre 235 CV, per il modello 2016 vengono dichiarati oltre 245 CV. La versione GP17 supera i 250 CV.

Per le versioni GP18, 19 e 20 Ducati non si è concentrata tanto sull'aumento dei cavalli, quanto più sulla guidabilità e sull'affinamento dell'aerodinamica, esibendo soluzioni originali come le appendici alari.

Ad esempio, a partire dal Gp di Germania del 2010, sulla Desmosedici GP10 furono introdotti due flap ai lati della carenatura anteriore, con lo scopo di migliorare il raffreddamento e la stabilità della moto. Tali appendici vennero testate in differenti configurazioni per il resto della stagione e comparvero anche sulle moto clienti per il 2011, salvo poi essere accantonate.

I profili alari comparvero nuovamente durante i test pre-stagionali del 2015 e furono impiegati per tutto il campionato, con tanto di aggiornamenti specifici per talune piste, quali i Montmelò e il Sachsenring (dove è stato provato un codone sperimentale, con tutta una parte carenata che copriva anche lo scarico).
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-Lemmy
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PassionEndotermica, Milano 
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