EndoViaggi #3 : Lago di Viverone e Panoramica Zegna
Come sempre si parte la mattina presto. Sveglia alle 6:30, il sole è già alto da un pezzo. Ecco il bello dell'estate, una delle poche cose che mi piace di questa stagione: le ore di luce sono sempre più di quelle di buio. Mi lancio in doccia per lavare via il sonno, una bella doccia gelata per svegliarsi fa sempre bene. Colazione al volo e, sempre col leggendario Pandino di Gigi, ci si avvia verso il box. Il capo oggi non ha molta voglia di guidare, così mi offro di portare io il Multistrada.
Ovviamente un'occhiata letale come una freccia al cianuro mi trafigge da capo a piedi, così mi ritiro dietro alla mia visiera, nel posto da zavorrino che mi spetta (ma ancora per poco, non temete). Ci dirigiamo rapidi verso la tangenziale ovest, uscita Trezzano Sul Naviglio, per poi seguire la statale fino in fondo ad Abbiategrasso. Appena passata la rotonda che porta al paese, troviamo i ragazzi al parcheggio della BCS: c'è il Dingi, accompagnato dalla Marzia, e Fabrizio col suo bel Gsx-R 1000. Scendo al volo dal Ducatone, appena prima che arrivino Giorgio e la sua Daniela. Gigi si sposta per fare il rabbocco al Multistrada, poi tutti insieme ci spostiamo di qualche chilometro, fino all'altezza di Lonate Pozzolo, per incrociare Elena. Tuta da gara, capelli biondi raccolti e moto rossa.
Cagiva? Benelli? Eh no! Ducatina Streetfighter V4, hai capito la ragazza...
Comunque si passa agilmente il Ticino, si attraversano Oleggio, Momo, Fontaneto D'Agogna e si oltrepassa il Sesia, con tutte le frazioni dei paesini in mezzo. Oggi ci sono sacco di motociclisti in giro e altrettanti ciclisti, ma stranamente rimangono tutti incolonnati sulla destra. Costeggiando il Sessera, da Coggiola in poi, incominciano i tornanti della panoramica Zegna. Una strada di montagna che da sola vale il viaggio, e non solo per gli affacci mozzafiato sulla Pianura Padana e sull'Alta Valsessera. Questa via di collegamento venne fatta costruire negli anni tra le due guerre da Ermenegildo Zegna per "far vivere la montagna sopra Trivero" è stata il primo passo verso la realizzazione del progetto dell'area protetta dell'Oasi. Lungo il tragitto si incrocia subito il Lanificio Zegna, in una palazzina anni Trenta, che custodisce al suo interno preziosissimi campionari di tessuto, libri, documenti, foto, vide.
Dalla Locanda Bocchetto Sessera, dove ci siamo fermati per una breve pausa caffe, la Panoramica Zegna scende la valle Cervo, regalando suggestioni nuove. Il paesaggio cambia: si fa più aspro e spigoloso. Modellata dai ghiacciai e dal torrente da cui prende il nome, la Valle Cervo è l'unica del Biellese con caratteristiche alpine. Una montagna dura e grigia come le particolari rocce magmatiche che la caratterizzano, fra cui la sienite e per il paesaggio denso delle sue architetture e l'alone di mistero legato alla presenza di simboli esoterici e massonici. Passata Rosazza si arriva al bivio, a destra si sale verso Piedicavallo mentre a sinistra si prende la Statale 100, verso il santuario della Madonna di Oropa: non ci si può entrare, è tutto in ristrutturazione. Praticamente siamo passati per controllare che i lavori fossero tutti a buon punto, come i pensionati fuori dai cantieri che sbirciano.
Salutata la Madonna di Oropa, Elena ci avvisa che è quasi a secco di benzina, quindi urge un piccolo pit stop per far abbeverare la Streetfighter V4. A cilindri fermi la ragazza ci racconta di quali moto ha avuto in passato, dai tanti CBR al Multistrada S, che ha dovuto vendere perché obiettivamente troppo pesante. Da qualche mese ha comprato la naked derivata dal Panigale V4, quella nuova con le alette per domare tutti i 208 cavalli del motore 1100cc.
Ripartiamo alla volta del lago di Viverone, verso sud, costeggiando il torrente Cervo che da il nome alla valle, attraversando tutti i caratteristici borghi di origine tardomedievale prima di entrare nel centro abitato di Biella. Qualche chilometro dopo, scendendo verso valle con dei paesaggi spettacolari dei campi di riso, si arriva al lago.
Viverone è un piccolo comune che conta soltanto 1.500 abitanti. Sulla riva del lago, approfittando della brezza e dell'ombra di un albero, abbiamo iniziato a chiacchierare con un anziano signore del posto. Probabilmente un'ex guida turistica, da oggi nonno Castoro, chi ha raccontato una strana leggenda che coinvolge il Comune e la figura di San Martino. "Egli Passò da qui nel 350, esattamente ad Ivrea, dove gli fu negata ospitalità da ogni cittadino." - ci mise a narrare, mentre noi tra il morso di un panino e l'altro, sedevamo li attorno - "Raggiunse il lago di Viverone e navigò sulla Dora Baltea sul proprio mantello. Il borgo in sua memoria, chiamato proprio San Martino, nei pressi di Anzasco, oggi non esiste più. Si dice che Dio, per verificare che i suoi abitanti avessero appreso la lezione di carità del santo, avesse inviato un angelo travestito da mendicante a chiedere ospitalità. Il giorno precedente al castigo divino, l'Angelo avvertì i buoni di fuggire perché il borgo sarebbe stato inghiottito dall'acqua del lago, con la chiesa di San Martino e il resto della popolazione. Da quel giorno, quando sul lago soffia il forte vento della Valle d'Aosta, si sentono i rintocchi delle campane dell'antica chiesetta sommersa."
Ma c'è anche un'altra leggenda, che ho trovato io su internet, decisamente più romantica, di un amore il cui epilogo giunse sulle sponde del lago, per colpa di questo castigo divino. Ancora oggi pare che una misteriosa Dama del lago faccia sentire, nelle notti di luna piena, il suo pianto d'amore. Comunque la città di San Martino è esistita e scomparsa davvero, come testimonia un documento del XIII secolo che parla proprio della chiesa di S. Martino.
Tra leggende e storia, il lago offre un turismo che coniuga natura e sport acquatici, come ben sanno tutti gli appassionati di ciclismo che abbiamo incrociato oggi. Il borgo si raggiunge salendo la collina, dalla ex Strada statale 228 del Lago di Viverone, che collega Santhià e Ivrea.
Prosegue poi con la strada che, dal primo pomeriggio dopo aver salutato nonno Castoro e le sue storie, abbiamo percorso noi, perlomeno fino a Vercelli. La carovana guidata dal Dingi, appena prima di entrare nel centro abitato, scarta verso nord: si attraversa procedendo in mezzo alla cittadina fino ad arrivare a Borgo Vercelli e poi su, verso l'A4 Torino-Trieste. Qui il traffico scorre veloce, e in poco tempo ci ritroviamo in un'area di servizio prima dell'uscita di Trecate. Qui finisce l'EndoViaggio con gli Amici Della Piega, un po' a bruciapelo rispetto al solito in realtà. Ma c'è da comprenderli, oggi in moto faceva davvero caldo, tranne la prima parte di tragitto sulla Panoramica (nuvoloso, almeno 13° gradi). E poi, grande assente il Maestro Jedi, a cui però è subentrato il Dingi, con un paio di ottime scelte di percorso che gli fanno guadagnare l'appellativo di Giovane Padawan (per chi non avesse visto Star Wars, il Padawan è l'apprendista del Maestro Jedi). Noterete nel video un passaggio in una galleria buia, appena prima del santuario della Madonna di Oropa, con il fondo non asfaltato, umido e stretto come pochi.
Comunque Fontana, ci sei mancato!
Noi ci rivediamo al prossimo #EndoViaggio, mi raccomando, non mancate!
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-Lemmy
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#PassionEndotermica #EndoViaggi #Viverone #PanoramicaZenga #AmiciDellaPiega